Mohamed Salah non è solo una stella del calcio. Per milioni di egiziani, è un simbolo di speranza.
Nato in un piccolo villaggio, Nagrig, cresce come milioni di ragazzi qui tra sogni enormi e pochi mezzi.
Dopo la strage di Port Said nel 2012 — una ferita profonda per tutto il popolo egiziano che portò alla sospensione del campionato per ben 2 anni— Salah che stava benissimo in Egitto e non voleva andare a giocare all’estero, fu costretto ad emigrare venendo a giocare in Europa. Diventa così un faro, una risposta positiva al dolore. Mentre l’Egitto piange lui inizia a brillare in Europa.
Dallo Swiss FC Basel fino al Chelsea, poi Roma… e infine Liverpool. Ed è lì, nella stagione 2017/2018, che ha scritto la storia: 44 gol, record su record, e un’intera nazione ai suoi piedi.
Quell’anno, dopo aver vinto la la classifica marcatori in Premier e aver portato i Reds in finale di Champions, le sue scarpe, le adidas X 17.1 Deadly Strike vengono esposte al British Museumaccanto ai faraoni e ai tesori egizi — non per moda, ma per merito. Perché Salah è diventato un “faraone moderno” che grazie anche al legame con Adidas e le sue scarpe, prima X ora F50, è diventata una stella globale
Ma il suo impatto va oltre il campo. Costruisce scuole, ospedali, aiuta interi villaggi. Per i bambini egiziani, lui non è solo un calciatore: è la prova vivente che si può sognare in grande e restare umili. Diventa cosi materia di studio a scuola: assieme ai faraoni, alle piramidi e alla storia egiziana piena di fascino e mistero ora qui i ragazzi studiano anche il loro idolo: Mohamed Salah… il ragazzo che ha trasformato il dolore di un popolo nella sua più grande motivazione